ESPRESSIONE
CORPOREA
“La danza è una
poesia in cui ogni parola è un movimento” (Mata
Hari)
Fotografia di
Giacinto Olivieri
Il linguaggio del
corpo ci coinvolge da prima della nascita;
con il corpo è impossibile non comunicare e
la comunicazione non verbale è la principale
fonte di informazione sul nostro stato al di
là delle parole: il corpo trasmette
emozioni, reazioni, aspettative. Il corpo
non mente.
Eppure con la socializzazione, oltre a
riconoscerci con gli altri, impariamo anche
a conformarci opportunamente, ad utilizzare
comportamenti e atteggiamenti stereotipati,
limitando l’estensione delle nostre
possibilità espressive, per sentirci parte,
per stabilire rapporti su basi condivise,
spesso pagando un prezzo alto: la
possibilità di ascoltarci, di metterci in
contatto con le nostre emozioni e i nostri
sentimenti più autentici.
Quando mai pur essendo sereni in una tiepida
giornata di primavera, in autobus ci
metteremmo a seguire i movimenti della
strada accompagnandoli con un’accentuata
oscillazione del corpo, delle gambe e delle
braccia? Quali spazi ci concediamo per
muovere il corpo secondo le sue esigenze, in
sintonia con le sensazioni e le emozioni?
In molte attività di gruppo orientate alla
crescita personale ed al miglioramento delle
relazioni si invita alla riscoperta della
propria interiorità con l’utilizzo di
tecniche di espressione corporea e gestuale
che favoriscono l’esplorazione di vissuti
emozionali a livello simbolico, prima della
consapevolezza.
Così possono emergere le cosiddette
“maschere”, i nostri modi convenzionali di
impersonare ruoli socialmente accettati che
però ingessano l’autentica e profonda
comunicazione io-tu, il vero contatto
emotivo.
Il lavoro corporeo in Gestalt comincia
dall’ascolto e dal contatto con se stessi e
con l’altro; l’attivazione si avvia sempre
con una presa di coscienza del “qui-ed-ora”,
del proprio stato fisico, emotivo, mentale.
Si può sviluppare partendo da uno sguardo
prolungato, da una sensazione fisica, da un
movimento rituale, da un respiro o da un
tono di voce.
Il lavoro corporeo può avere diversi gradi
di intensità e può procedere come inizio di
un’attività, o prendere il via da un’altra
forma espressiva già realizzata.
Esperienza fondamentale e centrale diventa
quindi il processo di amplificazione, che
non significa obbligatoriamente
esasperazione del gesto, ma dilatazione
della percezione e della modalità
espressiva, al fine di generare un
cambiamento emozionale, una presa d’atto o
anche un insight.
Il lavoro sul corpo può trasformare semplici
parole o gesti in danza, in espansioni
emotive mirate e gestite, in movimenti di
slancio corporeo, di apertura del respiro e
della voce.
La portata e la risonanza di questo tipo di
lavoro sono molto intense all’interno di un
gruppo, che può essere guidato a partecipare
attivamente, secondo il caso, con un
incitamento vocale o ritmico.
Il percorso di espressione corporea guida
alla emersione, alla comprensione e
all’elaborazione di situazioni e di “file”
di memoria nel qui-ed-ora, per determinare
l’integrazione della sensazione e del
vissuto valorizzando ed ascoltando il corpo.
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