LA GESTALT
“Il tutto è diverso dalla somma delle parti”
(F. Perls)
Fotografia di Giacinto Olivieri
Nata come terapia
corporea ed emotiva, la si può considerare
più che altro un modo di affrontare la vita,
una vera “arte di vivere”. Il suo obiettivo
primario è quindi favorire lo sviluppo della
persona nella sua interezza.
Il suo fondatore, Friedrich Perls
(1893-1970), si formò come psicoanalista in
Germania, ma fu influenzato nella sua vita
da numerose correnti terapeutiche
all’avanguardia e legate alle filosofie
orientali.
Secondo il suo pensiero, ma soprattutto con
la sua pratica terapeutica, Perls afferma
che l’essere umano desidera crescere,
migliorarsi, svilupparsi e realizzarsi; le
sue aspirazioni intellettuali e spirituali
lo realizzano, sono parte della sua natura
profonda, quanto i suoi bisogni istintivi
primari.
La parola “Gestalt” indica un processo,
una “messa in forma” delle proprie
percezioni. Nella sua visione olistica della
persona, Perls sostiene che non è possibile
separare l’aspetto corporeo dal quello
mentale e spirituale, che la persona va
considerata ed aiutata nella sua globalità.
Nell’approccio con il mondo, ognuno di noi
non può prescindere dalla relazione,
con se stesso e i propri vissuti emozionali
ed esperienziali, con l’altro, con le cose e
gli eventi. Ma ciò che spesso ci muove in
una direzione è la soddisfazione di un
bisogno irrisolto, più che un desiderio
trasparente di crescita e trasformazione.
Acquisiamo così dei comportamenti
automatici, regolati da meccanismi
stereotipati, indossiamo maschere e ruoli
che spesso non sono adeguati, o che ci fanno
soffrire, e che non producono l’effetto
desiderato; ci muoviamo per chiudere
“gestalt incompiute”, situazioni irrisolte.
Se, per esempio, una bambina ha trovato
conveniente piagnucolare quando doveva
ottenere qualcosa dai genitori ed in tal
modo veniva soddisfatta, probabilmente, nei
momenti di crisi, perpetuerà questo
atteggiamento da adulta, finché si accorgerà
che questo la esclude da un reale contatto
emotivo e da una sana presa di coscienza e
di responsabilità nelle relazioni.
Come superare queste trappole che ci
mantengono nella crisi e nell’ambiguità, per
riuscire ad investire l’energia necessaria
in mete adeguate alla nostra crescita
interiore ed ai nostri desideri più profondi
di realizzazione?
Il primo passo è la richiesta di aiuto. Il
riconoscimento che per quanto possa essere
efficace l’introspezione individuale, una
figura esterna e competente che ci
rispecchia e di cui fidarsi è fondamentale
per osservarsi da un altro punto di vista.
Apprendere il concetto del “qui ed ora”,
dis-identificarsi dal problema per guardarlo
sotto un altro aspetto, stare nelle emozioni
e nelle sensazioni del corpo, imparando ad
ascoltarsi, a rispettarsi, a scegliere, sono
passi importanti e comuni a tante tecniche
di lavoro proprie della pratica della
Gestalt (sedia calda, statue, lavoro
corporeo, messa in scena, espressione
artistica) o acquisite da altre correnti di
pensiero.
Ogni operatore in Gestalt sviluppa lui
stesso la propria creatività e integra la
pratica professionale con ciò che è, con gli
aspetti della personale competenza di vita,
per offrire sostegno alla persona nel
trovare la propria strada e la propria
migliore modalità di affrontare la vita.
L’obiettivo finale è l’autonomia personale,
la capacità di prendersi in carico, di
ascoltare e gestire le proprie emozioni, di
non delegare ad altri la propria
realizzazione.
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